APNEA BIOLOGIA MINI SUB FOTOSUB NASCITA DEL GRUPPO Con l’inizio dell’anno 1979 il CENTRO GAMMA SUB iniziava la sua attività di promulgazione e divulgazione dell’attività subacquea sotto il profilo ricreativo, didattico ed agonistico, così l’articolo 2 dello statuto, indica chiaramente gli scopi societari a cui otto subacquei astigiani aderivano il 27 dicembre 1979, sottoscrivendone l’atto costitutivo. Allora si discusse molto sul nome da dare alla nuova società; negli anni settanta le società subacquee, ed in particolare quelle delle piccole città come Asti, facevano precedere al nome della città o del luogo della sede sociale il termine gruppo sub. Così era anche per Asti che aveva il suo Gruppo Sub Asti, spirito della pionieristica subacquea astigiana, da cui di fatto provenivano alcuni degli otto soci fondatori. Tra le varie proposte del nome da assegnare alla nuova società, si scelse Centro anziché Gruppo dando un’immagine che si ritenne più consona agli scopi che i soci fondatori – Bo Vittorio, Gaveglio Mauro, Pascullo Martino, Rizzolo Oscar, Rovere Mario, Salute Mauro, Vurchio Bartolo – si erano proposti e cioè costruire un punto di riferimento per quella che di lì a poco sarebbe diventata una attività sportiva in continua evoluzione. Definito ciò, restava la scelta del nome della società ed allora si pensò ai veri precursori della subacquea moderna, a chi per primo avesse stabilito regole, disciplinato didatticamente la tecnica di immersione per garantirne la sicurezza, questi erano gli uomini della Marina Militare Italiana che durante gli eventi bellici della seconda guerra mondiale dimostrarono come l’insegnamento teorico e pratico e la preparazione atletica potessero permettere all’uomo di muoversi ed operare sott’acqua al pari che sulla terra. Questi uomini erano anche chiamati uomini gamma  perché nella loro attività subacquea indossavano una particolare tuta che gli permetteva di resistere al freddo dell’immersione denominata tuta gamma, precursore delle attuali tute stagne e di tutto ciò che indossiamo sott’acqua per ripararci dal freddo. Così come fu scelta la parola CENTRO a voler dimostrare modernità, così fu scelta la parola GAMMA a dimostrare il legame che la società voleva mantenere con il passato della subacquea italiana e con le sue origini. La società appena nata non disponeva di nulla se non della buona volontà dai fondatori che misero a disposizione dei soci, che man mano si iscrivevano, le loro attrezzature personali in attesa dei primi introiti derivanti dall’attività didattica che furono investiti nell’acquisto di attrezzatura subacquea a volte anche a credito, in negozi astigiani o direttamente dalle più importanti ditte del settore. La società cresceva, un passo alla volta, i piombi da mettere a disposizione dei soci e degli allievi dei corsi venivano costruiti in proprio con appositi stampi che la società imprestava ad ogni socio che avesse voluto dotarsi di propria zavorra, nascevano solo allora i diving organizzati per raccogliere gli allievi delle scuole ma l’esame in mare a fine corso non era ancora obbligatorio. L’esperienza in acqua libera veniva fatta con il socio più esperto o con l’amico istruttore, iniziava al mattino presto e finiva alla sera tardi, perché il piacere di immergersi non era fine a se stesso ma completato dal piacere di una giornata al mare con gli amici. Oggi tale comportamento può stupire o magari scandalizzare, ma tutto è da ricondurre a quei tempi dove chi affrontava la subacquea aveva come minimo una esperienza di caccia subacquea ed un’ottima acquaticità. Negli esercizi del primo grado sommozzatori la parte di apnea era fondamentale ed il corso prevedeva l’uso del respiratore ad ossigeno, l’A.R.O., con vestizione sul fondo a 4 metri e respirazione in coppia, pertanto l’uso del respiratore ad aria A.R.A. – delle bombole - era poi uno scherzo, mentre sempre di altissimo tenore era la parte teorica, indispensabile per affrontare con sicurezza un’immersione. A sottolineare l’importanza della didattica, la serietà con cui un allievo doveva affrontare il corso, la severità applicata dagli istruttori nella valutazione degli esercizi e la completa capacità di trovarsi a proprio agio sott’acqua in tutte le condizioni, era una frase di Duilio Marcante direttore dell’allora unica scuola federale per istruttori, in Nervi presso la piscina Groppallo,” un buon subacqueo è chi, indossata una qualunque attrezzatura subacquea, ne legge le istruzioni d’uso ed in sicurezza incomincia ad immergersi”.